“Nati per donare” e “Anche noi… Nati per donare”
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ANCHE NOI… NATI PER DONARE, dicembre 2013
Ad un anno dalla presentazione a Roma della campagna nazionale di comunicazione sulla donazione del sangue cordonale “Nati per donare”, patrocinata dal Ministero della Salute e realizzata con la strategica e importante collaborazione di AIB – Associazione Italiana Biblioteche – grazie alla quale abbiamo potuto raggiungere oltre 800 biblioteche, consultori e punti nascita del territorio nazionale attraverso guide per i genitori italiani e stranieri e altri materiali di approfondimento -, è ora possibile conoscere anche i primi risultati del progetto per il coinvolgimento nella donazione delle donne non italiane.
Raggiungere anche le donne straniere che vivono nel nostro Paese con il messaggio della donazione è uno degli obiettivi di “Nati per donare” : il loro coinvolgimento nel programma di donazione è di assoluta importanza per i connazionali colpiti da malattie curabili con il trapianto di cellule staminali cordonali e per incrementare nelle banche pubbliche unità con caratteristiche genetiche diverse.
Questo sangue, ricco di cellule staminali emopoietiche, è necessario per poter curare i loro connazionali malati, candidati al trapianto, che attualmente non trovano una donazione compatibile a causa delle differenti caratteristiche genetiche presenti nelle popolazioni. La compatibilità, necessaria per il buon esito del trapianto, si può trovare all’interno di uno stesso gruppo etnico. Purtroppo nelle nostre banche sono presenti solo donazioni provenienti da coppie italiane, che potranno essere trapiantate sono in pazienti italiani e/o di etnia caucasica.
Va segnalato, inoltre, che nei Paesi di origine della maggioranza degli immigrati presenti in Italia non esistono registri di donatori né banche che conservano e mettono a disposizione le cellule staminali del sangue cordonale donato.
Le ragioni di questo nuovo progetto, “Anche noi… Nati per donare”, nascono dalla constatazione ineludibile che la nostra è una società multietnica e multiculturale: il potente fattore di trasformazione sociale che genera dall’immigrazione richiede un’inevitabile modifica di strutture e rapporti sociali, di modelli e dinamiche culturali che coinvolgono anche il mondo del volontariato.
Riguardo al tema della salute e della sanità, l’immigrazione presenta situazioni e problematiche nuove: presenta una sfida alle logiche di fondo, alle metodologie e agli impianti organizzativi dei servizi, pone gli operatori di fronte alla messa in discussione del proprio agire, spinge all’aggiornamento e alla revisione del proprio sapere e del proprio operato, da adattare alle nuove situazioni.
In tema di donazione, il primo punto su cui porre l’attenzione è proprio la nozione stessa di “donazione”: in secoli di colonialismo che diverse popolazioni hanno subito da parte di altre e in decenni di migrazioni nei Paesi industrializzati, gli immigrati hanno dato più di quanto abbiano ricevuto e, per questo motivo, il riconoscimento e la gratitudine verso coloro che donano deve diventare particolarmente speciale.
Considerare e valorizzare le coppie di cittadini stranieri che attendono un figlio come potenziali donatori, servirebbe non solo ad accrescere quantitativamente le risorse trapiantologiche, ma contribuirebbe anche alla loro integrazione socio – culturale nel paese di accoglienza: il dono si configura come espressione di una cittadinanza partecipata e condivisa, e tutti potenzialmente possiamo essere donatori così come possibili riceventi.
Per sviluppare questo progetto, ADOCES ha istituito a Treviso un Tavolo Tecnico composto da ostetriche, volontari e medici, che, da settembre 2012 a marzo 2013, ha attivato nei consultori territoriali e nel punto nascita dell’ospedale di Treviso un percorso sperimentale per validare le procedure e gli strumenti operativi multilingue per l’erogazione dell’informazione e del counselling, l’ottenimento del consenso informato alla donazione da parte delle coppie immigrate in attesa di un figlio, tutto ciò garantendo i criteri di sicurezza previsti dalle normative vigenti.
Il Tavolo Tecnico ha posto particolare attenzione agli aspetti culturali e religiosi di molte comunità incontrate durante la fase di formazione, affinché, al di là dell’obiettivo della donazione le donne straniere possano:
1. sentirsi accolte e partecipi di un programma di donazione di “bene comune”, già condiviso da migliaia donne italiane
2. essere informate e consapevoli della loro importanza genetica all’interno del nostro Servizio Sanitario
3. essere gratificate e motivate perché, attraverso la donazione volontaria, anonima e gratuita, potranno aiutare i loro connazionali malati
4. sentirsi valorizzate nel loro ruolo di donne donatrici ed essere messe in condizione di sviluppare, nell’ambito della loro famiglia e della loro comunità, la promozione della donazione volontaria, anonima e gratuita, magari anche di sangue e di midollo osseo (altra fonte importante per i trapianti)
5. ottenere una risposta ai bisogni propri di tutti i cittadini di efficienza, equità, rapporto umano e riconoscimento del diritto alla tutela della propria salute. Lo sforzo delle istituzioni non è solamente mettere a disposizione le risorse economico – finanziarie ma anche, altrettanto importante, facilitare lo sviluppo di conoscenze sempre più elevate, della cultura e dell’etica della qualità sia da parte di chi eroga i servizi sia da parte del cittadino che li riceve.
QUESTO PERCORSO E’ STATO RESO POSSIBILE GRAZIE ALLA PREZIOSA COLLABORAZIONE DI 187 DONNE PROVENIENTI DA ALTRI PAESI.
Grazie al loro contributo, siamo riusciti ad elaborare materiali multilingue e identificare un percorso donazionale in grado di favorire la comunicazione multi linguistica, affinché tutte le donne possano donare il sangue cordonale in modo informato e consapevole, come stanno facendo migliaia di donne italiane.
Dal campione di 187 neomamme che hanno partecipato al nostro percorso sperimentale, è stato riscontrato che solo circa il 50% conosce o capisce bene l’italiano ed è in grado di rispondere in modo adeguato, con le altre donne la comunicazione è risultata difficile e/o impossibile e, a causa di questa criticità, è stato necessario interrompere l’erogazione del counselling precludendo quindi il percorso della donazione.
E’ purtroppo emerso anche che una parte importante delle neomamme risulta analfabeta e ciò ha reso necessario il ricorso ad altri strumenti di comunicazione per consentire anche ad esse di conoscere l’importanza della donazione solidale.
Se da un lato non sono mancate le difficoltà nello stabilire la comunicazione, dall’altro dobbiamo evidenziare con grande soddisfazione che durante i sei mesi di sperimentazione del percorso venti mamme che rispondevano ai requisiti previsti per la donazione solidale sono giunte alla donazione del sangue cordonale alla nascita del proprio bambino.
Il progetto oggi continua e si sta espandendo: stanno aumentando le donne che, informate e sensibilizzate, chiedono di poter donare. Una grande soddisfazione del nostro Gruppo di lavoro, che vede concretizzati alcuni obiettivi prefissati: il superamento delle barriere linguistiche, la riduzione delle disuguaglianze in ambito sanitario agevolando la possibilità di cura a tutti i cittadini, l’integrazione sociale in programmi di salute pubblica ai cittadini immigrati.
L’unica condizione necessaria per poter donare il sangue cordonale è la sicurezza che le donne o le coppie siano sane, che non assumono droghe o alcool in modo cronico, che non abbiano comportamenti sessuali a rischio di trasmissione di malattie infettive.
In questa sezione del nostro portale, a voi dedicata, troverete una scheda espicativa su cosa sia e a cosa serva il sangue cordonale, contenente i risultati sui trapianti aggiornati a maggio 2013.
Per quanto riguarda il progetto per il coinvolgimento nella donazione delle coppie non italiane, abbiamo studiato e mettiamo a disposizione le seguenti schede informative multilingue:
Consenso informato (disponibile in tutte le lingue nell’ultima pagina di ciascun prontuario)
Punti nascita per donazione sangue cordonale
NATI PER DONARE, maggio 2012
Parte “Nati per donare”, la nuova campagna di sensibilizzazione sulla donazione del sangue del cordone ombelicale della Federazione Italiana ADOCES.
I materiali informativi saranno diffusi capillarmente in tutta Italia: in tutte le biblioteche, grazie alla collaborazione di AIB – Associazione Biblioteche Italiane, oltre che nei consultori e punti nascita.
In questa terza edizione particolare è stata posta una particolare attenzione al raggiungimento delle donne straniere che vivono in Italia: la loro donazione diviene di assoluta importanza per i connazionali colpiti da malattie curabili con il trapianto di cellule staminali cordonali. Ad esse sono dedicati i prontuari in otto differenti lingue.
Presentazione Federazione Italiana ADOCES
Guida aggiornata per professionisti sanitari
Dispensa ISS_Le cellule staminali spunti per un’azione didattica
Poster per il coinvolgimento alla donazione delle mamme non italiane
MATERIALI MULTILINGUE: visionabili presso le biblioteche del circuito AIB
Il dibattito sul sangue cordonale – Prof. L. Contu
Uso appropriato del sangue cordonale – Ministero alla Salute
Position Statement – Ministero alla Salute
Resoconto Conferenza Nati per Donare
“Nati per donare”: trailer del cortometraggio documentario dedicato alla donazione delle donne straniere residenti in Italia: